Quando avviene la raccolta delle olive
La raccolta del’oliva dipende dalla posizione degli oliveti. Principalmente si inizia la prima settimana di Ottobre per arrivare fino alla fine di novembre, in base alle condizioni pedo-climatiche che si verificano nella zona in cui è ubicato l’uliveto. La spremitura delle olive e quindi la loro trasformazione in olio extravergine nel suo frantoio avviene sempre entro 24 ore dalle raccolta.
Raccogliere le olive in anticipo
Il periodo della raccolta dura fino a novembre o al massimo dicembre, a seconda delle zone. Nell’agricoltura biologica, la raccolta va comunque anticipata un po’ rispetto alla piena maturazione del frutto per evitare “attacchi della mosca olearia, che è la più pericolosa per quanto riguarda la qualità delle olive”. La raccolta anticipata delle olive è inoltre importante per favorire un più alto contenuto di antiossidanti nell’olio, sia biologico sia non.
Il periodo della raccolta: la stagionalità
Una delle difese principali contro gli attacchi della mosca e di altri parassiti è la stagionalità, cioè “quando le stagioni funzionano a dovere”, nelle parole dell’olivicoltore. Lo stravolgimento dei cicli climatici stagionali – sempre più estremo a causa dell’effetto serra che aumenta le temperature globali e causa i cambiamenti climatici – presenta anche altri rischi. “Quando fa troppo caldo la pianta impazzisce”. “L’albero dell’olivo di solito produce un anno di più e uno di meno: se arriva caldo a dicembre, ad esempio, a febbraio la pianta fiorisce ma è troppo presto e possono arrivare ancora i freddi. Il fiore gela e viene meno la produzione”.
Come viene fatta la raccolta delle olive
Le sfide legate all’olivicoltura, quindi, sono molte. L’aiuto della tecnologia permette di velocizzare il processo di raccolta che diventa anche meno faticoso. Detto questo il metodo migliore rimane la brucatura.
Quando si fa la raccolta a mano
“La raccolta manuale o brucatura è quella tradizionale che viene fatta dai tempi dei Romani”. Benché a questa sono associate immagini di una vita bucolica idilliaca, su terreni relativamente pianeggianti non è necessario adottare questo metodo che, in verità, comporta grandi sacrifici. Sia fisici, perché i raccoglitori devono arrampicarsi sugli alberi e stare in posizioni scomode, sia economici. La raccolta a mano viene riservata agli oliveti che si trovano su terreni ripidi, ed è proprio qui che la produzione viene abbandonata con più probabilità, perché questo metodo non conviene dato il costo della manodopera.
I metodi di raccolta delle olive
Per evitare lo sforzo della raccolta a mano e rendere più efficiente questo processo, dagli anni Ottanta si è cominciato a usare i rastrelli che poi sono diventati pneumatici, cioè potenziati con l’uso dell’aria compressa, conosciuti come abbacchiatori. L’ultimo avanzamento sono stati gli scuotitori che usano le vibrazioni per far cadere le olive sulle reti appoggiate a terra che permettono di raggrupparle. “Usiamo gli abbacchiatori quando la pianta non è carica, ad esempio ha solo 15-25 chili di olive”. “Se andiamo a stringere la pianta che ha solo 15 chili con la macchina scuotitrice la rompiamo perché è più fragile. Quando la pianta invece è carica – può portare anche 50 chili – si ‘chiude’ per concentrarsi sui frutti, ovvero passa meno linfa nella corteccia e diventa più sottile, per cui stringendola non si rompe”.
Il ruolo dell’olivicoltore
Parlare con un olivicoltore delle tecniche legate alla raccolta delle olive mette in luce l’importanza della conoscenza e dell’esperienza della sua figura.
Così come gli ulivi hanno bisogno di olivicoltori appassionati e di aziende impegnate a valorizzare la qualità del prodotto e del territorio, anche noi abbiamo bisogno di realtà che possano salvaguardare questa tradizione, che è alla base del nostro benessere e della nostra identità mediterranea.