Estratto di un’intervista a Paolo Mariani, presidente della FOOI.
Quello dell’olio extravergine è sempre stato un tasto dolente, vuoi per il disinteresse genarale che si è sempre dimostrato verso tale prodotto, vuoi per la poca divulgazione (se non negli ultimi anni) sullo stesso.
L’unico merito che mi sento di dare è quello ad alcuni “alfieri” orgogliosi mossi dalla loro passione per le olive e l’olio, che hanno sempre combattuto e si sono sbracciati, senza ricevere (molto spesso) nulla in cambio.
Come afferma il Presidente della FOOI, Paolo Mariani (in foto), c’è qualcosa che non va.
Made in Italy, dieta mediterranea, salute e quant’altro non bastano per far strizzare l’occhio al consumatore finale che, stando alle statistiche, ha preferito consumare addirittura meno olio E.V.O. rispetto agli anni precedenti.
Si parla addirittura di un buon 30% in meno rispetto a qualche anno fa.
Il discorso “prezzo” rimane, purtroppo, la spiegazione più congrua a questo declino. Perchè nonostante l’Italia sia la regina in termini di biodiversità e qualità, rimane sempre un passo indietro all’evoluzione dei mercati.
E’ proprio su quest’ultimo punto che si focalizza il pensiero di Paolo Mariani, che afferma: “L’Italia ha bisogno di cambiare direzione e puntare alla sostenibilità vista nei suoi quattro pilastri fondamentali: ambientale, etica, sociale ed economica”e prosegue: “Ambientale perchè è un tema centrale che coinvolge tutti e dobbiamo tutti lavorare per tutelarlo; etica perchè l’olivicultura deve reggere sul rispetto della giusta retribuzione ai lavoratori; sociale perchè mi devo domandare cosa faccio di questo territorio in cui vivo e come l’olivicultura può migliorarlo; economica perchè tutto deve essere ricondotto ad una giusta retribuzione dell’attività svolta.”
“Valorizzazione” è la sintesi della sua proposta.
Valorizzazione non delle qualità intrinseche e imprescindibili che ogni olio E.V.O. ha, ma di come si arriva a tale prodotto finito, valorizzando appunto tutte le fasi intermedie che portano allo stesso.
Il Presidente conclude: “L’alta qualità ce l’abbiamo, dobbiamo saperla declinare meglio, perchè, come detto, made in Italy, dieta mediterranea e proprietà salutistiche, che pure sono un valore aggiunto, da sole non bastano. Devo convincere il consumatore a spendere qualcosa di più perchè quell’olio esprime una serie di valori che nella società di oggi sono fondamentali e che sono legati al benessere ed alla qualità della vita. In questo le istituzioni hanno fondamentale di supporto”.
Bisogna quindi cambiare il modo di vedere le cose, far innamorare il consumatore, appassionarlo, renderlo quasi partecipe di tutto quello che ha portato al prodotto contenuto nella bottiglia che andrà ad acquistare.
Solo così, forse, riusciremo a far capire quanto vale, quanto è importante e perchè non si può fare a meno di un buon olio nella nostra vita quotidiana.
Articolo estratto da: “l’Olivo News – n.1/2020 – II trimestre/ Anno XXXVI
Rivisitato con commenti da: Vito Giacalone – Commercial Manager dell’Oleificio Sant’Anna di Marsala.